Con la sigla G6pdh si fa riferimento al glucosio-6-fosfato deidrogenasi, un’enzima che ha lo scopo di utilizzare il glucosio nei globuli rossi. Nelle popolazioni mediterranee non è difficile trovare soggetti che ne hanno un basso valore, ed un deficit del genere può diventare la causa di un emolisi. Ma che cos’è l’emolisi? Come si cura?

Che cos’è l’emolisi e le sue cause

Con emolisi si riferisce al processo di distruzione dei globuli rossi. Molti conoscono questa patologia anche sotto il nome di favismo. Questo processo avviene nel fegato e nella milza, e le cause di un tale problema possono essere diverse, e portare a forme diverse. La causa principale di questa patologia è un gene difettoso del cromosoma X, e sembra che siano gli uomini a esserne più colpiti.

Se si è affetti di emolisi intravascolare, le cause possono essere:

  • chimiche, dovute all’esposizione di veleni o tossine, oppure con trasfusioni con sangue non compatibile;
  • meccaniche, se a livello fisiologico si hanno delle pressioni, in determinate parti del corpo;
  • termiche, se la temperatura corporea si alza a oltre 42 o 43°.

I sintomi di questa anemia emolitica possono essere varie, come l’astenia, le vertigini, il pallore, i brividi, la febbre, l’ipotensione, urine di colore scuro, etc. Nei casi più gravi, non si può escludere di incorrere in problemi come l’ittero.

Come curarla

Per l’anemia emolitica o favismo, non c’è una vera e propria terapia specifica. A seconda della gravità e dello stato di salute di paziente, il medico può prescrivere diversi tipi di farmaci, come i corticosteroidi, gli immunosoppressori e le immoglobuline (somministrate per via endovenosa).

All’assunzione di farmaci, ci sono altre due terapia alternative:

  • quella con gli agenti chelanti, che possono legare il ferro presente nel sangue;
  • quella a base di ferro, definita anche terapia marziale, che compensa la perdita di ferro se la propria anemia è di tipo intravascolare, ovvero se l’emolisi si verifica nei vasi sanguigni.

Se una crisi emolitica è già in corso, l’unica soluzione è una trasfusione di sangue, mentre se il problema è al fegato, si deve ricorrere alla dialisi.

Importante è anche la prevenzione: chi ne è affetto dovrebbe evitare legumi come i piselli e le fave, perché alcune sostanze al loro interno aumentato lo stress ossidativo, ed anche le arachidi, i lupini e la verbena sono da evitare. Non bisogna assumere farmaci analgesici, antipiretici, antimalarici, FANS ed alcuni tipi di antibiotici. E’ bene anche che i soggetti che ne sono affetti stiano lontani da alcune sostanze come l’henné o la naftalina.

E’ consigliabile, invece, assumere cibi che contengano sostanze antiossidanti e vitamine, come verdure a foglie verde, agrumi, cereali. Comunque, per una dieta regolare e per sapere quali farmaci assumere in caso di bisogno, bisogna sempre seguire le indicazioni del proprio medico, in quanto bisogna considerare anche il proprio stato di salute.

Di Claudia