Si chiamavano levatrici quelle che oggi vengono definiti ostetriche, e sostanzialmente assistono i bambini. Oggi sono sempre in gran parte donne a svolgere il lavoro (solo il 2 % degli ostetrici sono uomini), ma come si ottiene una qualifica del genere? Che cosa fa l’ostetrica oltre ad assistere le partorienti? Come contattarle per un parto in casa?

Cosa studiare

L’ostetrica è sempre un professionista sanitario e come tale deve seguire un corso di laurea triennale in ostetricia, e si entra in tale corso facendo un test di ammissione. In esso si acquisiscono nozioni base dell’assistenza infermieristica, oltre ad anatomia, fisiologia, biologia, genetica, medicina legale, deontologia, scienze infermieristiche, sessuologia, etc.

Nel trienno è previsto anche un tirocinio ed una volta conseguita la laurea ci si può iscrivere al Consiglio Provinciale delle Ostetriche. Ma per ottenere l’abilitazione è necessario seguire anche corsi post-laurea.

Chi vuole specializzarsi in ostetricia forense, oltre alla laurea e un master in materia, è necessario specializzarsi in “valutazioni cliniche forensi” ed avere almeno sette anni di esperienza clinica. Chi prende questa specializzazione può entrare, in seguito, nel campo della criminologia e delle autopsie.

Di cosa si occupa un’ostetrica

Oltre ad assistere la partoriente, l’ostetrica fornisce cure sia prima che dopo il parto. In particolare, essa:

  • supportare psicologicamente la paziente prima del parto;

  • fornisce le prime cure al neonato, dopo la nascita;

  • prestare consulenza alla famiglia, per quanto concerne la cura del neonato e della madre, soprattutto se è la prima gravidanza, in particolare alla coppia, a cui propone corsi di accompagnamento della nascita;

  • tenere corsi di educazione sessuale, con la collaborazione delle strutture sanitarie locali e delle scuole, per i ragazzi che si trovano ad affrontare i primi disagi ormonali, e fornendo informazioni sui contraccetivi;

  • sostenere la madre nel recupero della salute, dopo il parto e anche nei giorni seguenti, e favorendo i suoi primi contatti con il neonato e l’allattamento;

  • aiutare le donne in menopausa, che si trovano ad affrontare nuovi cambiamenti.

Questa figura sanitaria può operare sia in una struttura pubblica o privata, sia a casa della gestante. A coordinare il parto domiciliare è la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, operante per tutto il territorio italiano. L’ostetrica si reca a casa dei neo genitori nella prima settimana di vita del neonato e fa visitare regolari, e se la donna ha subito un cesario deve controllare la ferita.

Di Claudia