Il cardo mariano, noto anche come carciofo selvatico  o cardo della Madonna, è una pianta delle famiglie delle composite, utilizzata per i suoi usi terapeutici fin dal Medioevo. Ma quali sono le sue proprietà? Come è meglio assumerlo?

Le sue caratteristiche

Questa pianta si presenta con delle foglie verdi chiazzate di bianco sulla parte superiore, spinose e possono raggiungere i due metri di altezza. I suoi fiori, che spuntano in tarda estate, sono di un colore porpora e avvolti in squame spinose. Essa cresce in luoghi incolti, lungo i sentieri e nei pascoli, ed è diffusa maggiormente nel centro Italia, Appennini compresi, e ai piedi delle Alpi, fino ad un’altitudine di mille metri. Per ottenere dei rimedi da esso, si usano non solo le sue foglie e i suoi fiori, ma anche i frutti. Questi ultimi si raccolgono dopo che sono sfioriti i primi fiori, che a molti sembrano solo dei semi.

Sembra che i primi a scoprire le sue proprietà siano stati i monaci benedettini, ed infatti in alcune parti il cardo mariano viene chiamato erba benedettina, mentre altre volte viene confuso con un’altra varietà di cardo selvatico, chiamato cardo santo. La leggenda narra che le sue macchie siano dovute al latte della Madonna, cadute sulla pianta mentre essa allattava Gesù Bambino. Le credenze popolari dicono che sia utile per proteggersi dal malocchio.

Le sue proprietà

Questo cardo ha proprietà disintossicanti, protettive, antiossidanti, rigeneranti ed antirughe. In particolare, esso viene consigliato per dei disturbi al fegato e può favorire l’escrezione della bile, in modo da prevenire disturbi alla cistifellea. Sembra, inoltre, che possa aiutare a ridurre i livelli di colesterolo e di zuccheri nel sangue.

Essa non sembra presentare controindicazioni, se viene assunta in modo appropriato. E’ ben tollerato anche da donne in stato in gravidanza, ma se si è dei soggetti sensibili è bene chiedere al medico se si può assumere, in questa casi. Tra i suoi effetti collaterali, tuttavia, ci sono disturbi gastrointestinali, come gonfiori e diarrea, mal di testa, irritabilità, calo del desiderio sessuale e difficoltà nell’addormentarsi. Ci sono, come per tutte le altre pianta, la possibilità che induca reazioni allergiche.

Esso si trova in erboristerie in varie forme, dalle pillole al suo estratto secco. Di quest’ultimo se ne deve assumere una dose giornaliera di duecento milligrammi, suddivisa per due dosi, prima dei pasti principali. In forma di tisana si trova anche nei supermercati, e chi vuole prepararla da sé può farlo mettendo in infusione in una tazza d’acqua bollente, per dieci minuti, un cucchiaino dei suoi frutti essiccati o un mezzo cucchiaino di foglie, sempre essiccate. Di questa se ne possono consumare due o tre tazze al giorno, trenta minuti prima dei pasti. Una tintura madre, invece, si può assumere da una a tre volte al giorno, sempre prima dei pasti, versandone trenta gocce in acqua.

Di Claudia