La mitologia greca comprende oltre alle divinità più famose, anche divinità minori che non tutti possono conoscere o hanno solo sentito nominare. Una di questa è Ate, dea del peccato e dell’errore. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

La sua descrizione

Ate non è solo una divinità molto nota, ma non è di sicuro tra le più “positive”. Dea della sventura, era figlia di Zeus e di Eris, dea della discordia. Malefica e vendicativa, si aggirava tra gli uomini inducendoli all’errore e puniva gli infedeli con l’insonnia.

Nelle varie immagini veniva raffigurata zoppa, e se i greci la temevano, ciò non valeva per gli antichi romani, che a quanto se ne sa l’hanno decantata ed apprezzata. Il peccato che induceva spesso negli uomini era l’hybris, ossia la tracotanza.

Le fonti

A raccontare il mito di Ate è Omero, secondo il quale fu lei a portare Agamennone a scontrarsi con Achille, nell’Iliade. E’ proprio il re Agamennone a narrare che Zeus, quando suo figlio Eracle stava per nascere da Alcmena, se ne vantò con gli altri dei Olimpi e sollecitato da sua moglie Era, il dio fece un giuramento che costrinse il bambino a servire Euristeo, non sospettando che sulla sua testa in quel momento era posata Ate. Quando lo scoprì, punì la dea scagliandola dall’Olimpo e non facendola più tornare, e per questo la dea veniva raffigurata zoppa.

A nominarla sono stati anche Esiodo, nella sua Teogonia, e secondo il suo mito Ate era figlia di Eris, la Discordia, ed imparentata con un l’Ingiustizia, sempre figlia di Eris. Pseudo-Apollodoro, narra di come Ate atterrò su una collina in Frigia, e che la località assunse il nome della dea, ed è sempre in tale luogo che Zeus scaravento anche Ilo, che vi fondò Troia.

Nelle Dionisiache di Nonno, poeta greco del V secolo, Ate fu indotta da Era a convincere un giovane amato da Dioniso, di nome Ampelo, a cavalcare un toro per impressionare il dio del vino. Ampelo fu disarcionato e morì dopo aver insultato la dea Selene, che per punizione aveva mandato un tafano a pungere l’animale, che trafisse il giovane con le corna scagliandolo contro le rocce, rompendosi il collo.

Di Claudia