Apollo e Dafne sono i protagonisti principali di un mito greco, che nel corso dei secoli è stato riportato e rappresentato in vari modi da scrittori ed artisti. Ma qual è la loro storia? Che significato ha?

La storia

Il mito racconta che Apollo, dio del sole e della musica, nonché descritto come un bellissimo giovane ed abile arciere, un giorno venne colpito da una freccia di Cupido, con il quale aveva avuto una diatriba, e si innamorò della bella ninfa Dafne, che invece era stata colpita da Cupido sempre con una freccia, ma di piombo, che invece di ispirare amore porta odio. Quest’ultima, tuttavia, non lo ricambiava, e per scappare al dio corse a più non posso, ma quando lui stava per prenderla, entrò nel fiume Peneo, che era suo padre, e lo pregò di aiutarla, e si trasformò in un albero di alloro. Il dio ne soffrì molto e decise che da allora quell’albero sarebbe stata la sua pianta sacra.

Tra gli autori, il più noto a scrivere di questo mito è sicuramente Ovidio, nelle sue Metamorfosi. Tra gli artisti, invece, ad averli preso per soggetto di un’opera ben nota è Gian Lorenzo Bernini, che scolpì un Apollo che sta per prendere Dafne, mentre quest’ultima si sta già trasformando in un albero, datata tra il 1622 e il 1625, oggi esposto a Roma, nella Galleria Borghese. Non mancano nemmeno i quadri, che riportano questo mito, come l’Apollo e Dafne di Giambattista Tiepolo, un dipinto in olio su tela del 1743-44, che oltre a riportare i protagonisti principali del mito, vi raffigura anche Cupido, nascosto da Dafne, e Peneo, che assiste alla scena in basso.

Il significato

Questo racconto naturalista riporta la nascita dell’alloro secondo il mito, ma mostra anche che l’amore e l’odio sono sentimenti comuni sia ai mortali che agli dei, così come la sofferenza, e nessuno vi si può scappare. Infatti, Apollo non è l’unico dio dell’Olimpo che soffre o adotta comportamenti sconsiderati per amore: basta pensare alle sorti degli uomini amati dalla sua sorella gemella Artemide, che soffre per la morte di Orione, e di Eos, che sposa un mortale Titone, a cui da’ l’immortalità ma non la giovinezza, e lui viene trasformato in cicala, oppure Ade che si innamora di Persefone e la rapisce, provocando l’ira di Demetra che lascia morire i campi. Non si possono nemmeno elencare gli innumerevoli amori Zeus, che scatena l’ira di sua moglie Era, provocando non pochi guai alle donne che ama e ai figli che generano.

Degli déi, poi, ne affronta la vulnerabilità, nonché le proprie debolezze. Questo mito, poi, è incentrato sull’amore non corrisposto, e che è un sentimento che non può essere forzato, perché in caso contrario può portare a conseguenze drastiche. Apollo e Dafne possono simboleggiare anche, rispettivamente, la lussuria e la castità, e cosa può accadere quando la prima cerca di prevalere sull’altra.

Di Claudia