Per preservare la propria salute intima, ogni donna dovrebbe preoccuparsi di mantenere il pH della vagina inalterato rispettando quello naturale che come ormai sappiamo varia in base all’età. Se infatti le bambine e le ragazze in età prepuberale hanno generalmente un pH vaginale neutro, con l’arrivo del ciclo mestruale, la produzione di estrogeni e la conseguente sintesi di acido lattico, questo cambia e diventa acido in età fertile. Successivamente, le donne in menopausa si trovano con un equilibrio della flora batterica ancora una volta differente che torna ad assestarsi su valori neutri come nell’età prepuberale.

Perché è importante preoccuparsi di mantenere inalterato il pH vaginale? Semplice: perché sono diversi i fattori che lo possono modificare e se questo avviene si rischiano infezioni, irritazioni ed infiammazioni sicuramente non piacevoli. Ecco qualche consiglio per tutte le donne in età fertile che si preoccupano del proprio benessere intimo.

pH vaginale: quali sono i valori in età fertile

Nelle donne in età fertile, il pH vaginale tende ad essere piuttosto acido per via degli estrogeni e della produzione dell’acido lattico. I valori si assestano dunque tra il 3.5 ed il 5.5 e possono variare leggermente, entro questo range, anche nell’arco di un mese per via delle alterazioni dovute al ciclo mestruale, ai rapporti sessuali e ad altri fattori esterni.

pH vaginale in età fertile: quali fattori lo possono alterare

Il pH vaginale deve essere mantenuto in equilibrio perché altrimenti si rischia una disbiosi, ossia un’alterazione della flora batterica che può dare vita a sintomi alquanto spiacevoli come irritazione, bruciore, secchezza e via dicendo. Purtroppo però sono diversi i fattori che possono alterare il pH vaginale di una donna in età fertile e tra i principali troviamo i seguenti:

  • Alimentazione non equilibrata;
  • Stress psicofisico;
  • Rapporti sessuali;
  • Assunzione di antibiotici;
  • Sistema immunitario indebolito;
  • Scarsa o scorretta igiene intima;
  • Patologie sistemiche come il diabete;
  • Utilizzo frequente di biancheria intima sintetica;
  • Utilizzo di detergenti per l’igiene intima troppo aggressivi.
    • Come mantenere il pH della donna in età fertile

Per mantenere il corretto pH vaginale in età fertile è importante prima di tutto utilizzare un detergente che sia adeguato e che abbia dunque un pH acido, compreso tra il 3.5 ed il 5.5. Le soluzioni disponibili in commercio sono numerose: da quelle specifiche per le donne con tendenza alla secchezza e alle irritazioni come Saugella IdraSerum a quelli classici.

Oltre a questo, per preservare il corretto equilibrio della flora batterica vaginale è importante anche prestare attenzione a quello che si indossa. La biancheria intima sintetica andrebbe evitata: conviene preferire slip in cotone, perché traspiranti ed ipoallergenici. Seguire una dieta equilibrata è altrettanto importante, così come sostituire di frequente gli assorbenti nei giorni del ciclo mestruale, preferendo anche in questo caso quelli in cotone.

Detergente intimo: quale pH scegliere?

Come abbiamo accennato, un detergente intimo adeguato per una donna in età fertile deve avere un pH acido e quindi compreso tra 3.5 e 5.5. Qualsiasi prodotto si scelga può andare bene, a patto che sia di qualità e che il pH sia compreso in questo range. Va tuttavia precisato che nelle situazioni a più alto rischio di infezioni ed aggressioni batteriche conviene optare per un detergente intimo a pH leggermente più acido e dunque dal 3.5 al 4.5. In tutte le altre occasioni invece si è libere di scegliere, ricordando sempre di non superare il pH massimo di 5.5 perché con l’aumentare di tale valore diminuisce anche l’acidità del prodotto.

I marchi più famosi di prodotti per l’igiene intima hanno sviluppato linee specifiche per ogni età ed ogni esigenza, dunque non è difficile trovare il detergente adatto al proprio caso.

Di Marco