Con il termine “stomia” si intende un’apertura chirurgica nel corpo che permette a feci e urina di transitare nel tratto urinario e nell’intestino. La ricanalizzazione della stomia è un intervento chirurgico molto delicato, e per saperne di più si può continuare a leggere questa pagina.

I tipi di stomia

Bisogna capire che ci sono tre tipi di intervento che riguardo la stomia, ovvero:

  • l’ileostomia, un intervento chirurgico che consiste nel portare una parte dell’intestino tenue, l’ileo, alla superficie dell’addome per formare la stomia. Questo genere di intervento si fa quando una malattia colpisce l’intestino crasso;
  • la colostomia, un combaciamento chirurgico tra il colon e la parete addominale, che permette alle feci di uscire attraverso una via diversa da quella naturale, e può essere definitiva o temporanea;
  • l’urostomia, una stomia permanente, in cui la vescica viene rimossa e le urine si raccolgono in una sacca inserita chirurgicamente.

Come si può capire, tutti questi interventi sono delicati, ma quando si parla di “ricanalizzazione” si fa riferimento all’ileostomia, che si esegue, come è già stato detto, dopo esseri stati affetti da una patologia che altera le condizioni dell’intestino, come un tumore al colon retto, una colite ulcerosa, il morbo di Crohn o delle occlusioni intestinali.

L’intervento di ileostomia e il post-operatorio

Essendo un intervento complesso, chi si deve sottoporre a un intervento di ileostomia deve fare vari accertamenti, con analisi del sangue, elettrocardiogramma, analisi delle urine, etc. Se i risultati sono positivi, si può procedere all’intervento (dopo, ovviamente, che il chirurgo avrà fornito al paziente tutte le informazioni necessarie).

Nei giorni precedenti a questo intervento, bisogna evitare trattamenti che prevedono farmaci antiaggreganti antinfiammatori ed anticoagulanti. La sera prima, il paziente deve stare a digiuno e, se il medico lo ritiene necessario, pulire l’intestino assumendo anche lassativi.

Esiste più di un tipo di ileostomia, a seconda del tipo di problema, e da anch’esso varia la loro durata. Il ricovero, invece, può durare dai tre ai dieci giorni, durante i quali il paziente viene monitorato periodicamente, nutrito per via endovenosa e sottoposto ad una procedura l’eliminazione delle feci, attraverso un procedimento chiamato cateterismo.

Dopo l’operazione, l’area in cui vi è la stoma presente un rigonfiamento e dei segni d’infiammazione, che si attenuano dopo un paio di mesi, e a volte dalla stoma può venire un odore sgradevole. Il personale medico si occupa anche della pulizia della sacca in cui vengono raccolte le feci, per ridurre il rischio di infezione.

In seguito alla dimissione, il paziente deve fare attenzione a non fare sforzi per almeno due mesi o tre, e durante le prime settimane si può presentare la flatulenza, e per questo problema, si dovranno seguire i consigli del medico, come per ritornare alle normali attività. E’ ovvio che un intervento del genere può presentare complicazioni, come la disidratazione, la perdita di muco dall’intestino retto, calo della vitamina B12 e vari problemi alla stoma, come la sua occlusione, che può portare a crampi e nausea.

Di Claudia