Forse non tutti lo sanno, ma le piscine pubbliche esistevano già nell’antichità. Nella Roma antica, venivano chiamate Balnea, ed era anche il nome degli impianti termali in generale. Ma come erano strutturati? Quali sono le terme romane più note?

Le terme e le piscine romane

Nell’antica Roma, le strutture termali erano suddivise per le seguenti aree:

  • l’apodyterion, che era il vestibolo principale, da dove si entrava e si usciva;
  • il calidario, area delle terme destinata ai bagni di vapore e a quelli con acqua calda;
  • il tepidario, in cui si trovavano i bagni di acqua tiepidi, ed era la stanza più grande delle terme. Lì, i romani restavano anche per un’ora, ungendosi anche con oli;
  • il frigidario, dove si facevano i bagni freddi;
  • il laconicum, che in pratica era la sauna degli antichi romani, ed è qui che degli schiavi eseguivano dei massaggi.

Le piscine vere e proprie, alla terme, si chiamavano natatio, e solitamente era situata all’esterno, accanto alle palestre.

Per i romani, i bagni alle terme non erano solo luogo dove passare il tempo o lavarsi, ma un vero e proprio rituale. Essi, nel realizzarle, si sono ispirati al bagno di vapore egizio e al ginnasio greco, già dal 25 a.C. All’interno delle strutture, oltre alle aree già citate, vi erano anche quelle per praticare sport ed intrattenimenti, come piccoli teatri o librerie, e locande dove ristorarsi. Essere erano aperte tutto il giorno ma, per pudore, uomini e donne vi si recavano a orari diversi (i primi nel pomeriggio, le seconde al mattino).

Chi andava alle terme, per prima cosa svolgeva della ginnastica nelle palestre, e successivamente si recava ai bagni, partendo da quello dell’acqua tiepida a quella calda, per poi passare al laconicum. Una volta finiti i bagni per la pulizia del corpo e i massaggi, si passava al frigidarium.

Le terme più note

Da Agrippa, gli imperatori hanno, in pratica, fatto come una gara per costruire le terme migliori e più grandi. Tra quelle più note, si possono citare sicuramente quelle di Caracalla, costruite dall’imperatore di cui portano il nome, edificate tra il 212 e il 216 d.C. sul Piccolo Aventino. Queste terme si estendevano per 130,000 metri quadrati e sono numerose le opere d’arte rinvenute nei suoi scavi, come il mosaico policromo con ventotto figure di atleti, conservato oggi nei Musei Vaticani.

Ad aver iniziato questa tradizione di edificare le terme, è stato Agrippa, che le costruì sul Campo Marzio, e vennero inaugurate nel 12 a.C. Questo edificio si estendeva per circa cento metri, e nei secoli successivi fu ristrutturato da altri imperatore, come Nerone ed Adriano.

Le terme di Diocleziano, invece, erano situate dove si trovano ora piazza del Cinquecento, piazza della Repubblica, via XX settembre e via Volturno. Aperte nel 306 d.C, si estendevano per 140,000 metri quadrate ed erano state edificate per i quartieri dell’Equilino, del Viminale e del Quirinale, che erano i più popolati della città.

Di Claudia