Tutti sanno chi era Maximilien Robespierre, il celebre rivoluzionario francese, e figura chiave nella nascita della Repubblica francese. Ma in pochi, probabilmente, si soffermano a pensare ai suoi sostenitori. Ma chi erano questi ultimi? Che cosa sostenevano?

Louis Antoine de Saint-Just

Non si ha un vero e proprio elenco dei sostenitori ufficiali di Robespierre, ma di questi, ce n’è uno, il cui nome ricorre spesso, ed è quello del rivoluzionario Louise Antoine de Saint-Just.

Nato nel 1767, in una famiglia della media borghesia (il padre era un ex-maresciallo e la madre la figlia di un notaio), cresce nella casa paterna, in un piccolo villaggio, fino alla morte del padre, avvenuta quando aveva solo dieci anni. In seguito, venne mandato a studiare nel collegio Oratoriani di Saint-Nicolas, a Soissons, dove rimase fino al diploma, nel 1785.

Dopo delle vicissitudini legali, si iscrisse due anni dopo il diploma all’Università e si laurea l’anno seguente, in diritto. Poco dopo essersi diplomato, inizia ad accorgersi che l‘Anciem Regime è inevitabilmente in declino, ed è allora che comincia a scrivere a Robespierre, condividendo con lui anche idee politiche.

Nel 1792 diventa deputato della Convenzione, e tra i mille punti che questa Assemblea doveva dibattere, lui si espresse favorevole alla condanna di Luigi XVI. Tuttavia, anche lui finì morto ghigliottinato, nel 1794, come Robespierre ed altri ventidue giacobini, per aver cercato di difendere il primo.

Alcuni, sicuramente, avranno presente questo personaggio storico se ha visto il cartone animato di Lady Oscar, ambientato proprio nel periodo in cui vissero Robespierre e i suoi sostenitori, percorrendo gli eventi che portarono alla rivoluzione. Nel cartone animato, Saint-Just appare molto più sanguinario di quanto non fosse nella realtà, ma comunque, sebbene non fosse tra i personaggi principali, rimaneva sempre una figura cruciale.

I giacobini

Saint-Just faceva parte del Club dei Giacobini, un’associazione politica fondata a Parigi nel 1789, di cui Robespierre divenne presidente l’anno successivo, e tra essi si possono annoverare molti dei suoi sostenitori. Non mancarono, tuttavia, conflitti e scissioni all’interno di questa organizzazione.

Sono stati loro tra i primi a sostenere i principi di libertà, uguaglianza e fraternità, sulle quali si sono basate la Rivoluzione e la nascita della Repubblica in Francia, e molti di loro entrarono a far parte del primo governo della repubblica e del tribunale rivoluzione. Si sciolsero nel 1801, dopo il colpo di stato di Napoleone, ma il giacobinismo continuò a diffondersi in tutta Europa.

Dapprima, si spostarono in Belgio e nei Paesi Bassi, fino ad arrivare anche in Inghilterra. In Italia, il primo club giacobino nacque nel 1793, a Napoli, con il sostegno dell’ambasciata francese, e poi si diffuse fino al Nord Italia.

Di Claudia