Nel 2017, in Italia l’unione civile tra persone dello stesso sesso è diventato legale, grazie alla cosiddetta “legge Cirinnà”, che prende il nome della sua proponente. Ma in quali paesi, attualmente, il matrimonio gay, che sia civile o, è legale? Per saperne di più, si può continuare a leggere la pagina.

I matrimoni gay nel mondo

Andando indietro, il primo paese in cui è stato officiato un unione civile tra gay è stata la Danimarca, nel 1989, e i primi due sposi a fare questo passo sono stati Axel ed Eigil Axgil, che all’epoca avevano, rispettivamente 74 e 67 anni.

Oggi, in Europa, oltre alla Danimarca e all’Italia, i paesi che permettono ai gay di “ufficializzare” la loro unione, sono: Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Francia, Germania, Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna, Regno Unito, Finlandia, Norvegia, Svezia, Islanda, Malta, Croazia, Estonia, Romania, San Marino, Slovenia e Svizzera.

Più complessa, è la situazione degli Stati Uniti, in cui questo matrimonio è legale in determinati stati, e lo stesso vale per il Messico, dove viene riconosciuto solo in alcune città. E’ lecito, tuttavia, in Canada, Aruba, Curacao, Sint Maarten (queste ultime tre sono nazioni costitutive dei Paesi Bassi), Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador ed Uruguay.

In Oceania è legale sia in Australia che in Nuova Zelanda, mentre nel continente africano lo riconosce solo il Sudafrica, dal 2006. In Asia, gli unici due stati ad averlo riconosciuto sono Taiwan, il primo paese asiatico in cui è stato legalizzato, nel 2017, e in Israele, che riconosce, dal 2006, i matrimoni omosessuali celebrati all’estero.

La legge sulle unioni civili in Italia

Per le unioni civili nel nostro paese, le proposte di legge sono iniziate nel 1986, e si è passati dal riconoscere queste coppie di fatto, ai diritti e doveri del convivente (che non riguardano, necessariamente, solo le coppie gay), fino ad arrivare alla legge promulgata nel 2017.

Questa unione non è diversa, per quanto riguarda i diritti e i doveri dei coniugi, da quelle tra etero. Più complessa è la questione delle adozioni, per il quale sono valide le norme vigenti, ma molto può dipendere anche dal giudice, in determinate circostanze.

Per quanto riguarda un eventuale divorzio, anche in questo caso si differenzia dal matrimonio, in quanto non c’è la separazione, ma si procede allo scioglimento davanti ad un’ufficiale di stato civile, se le due parti sono d’accordo.

I matrimoni contratti all’estero, invece, non si potevano estendere a tutti gli effetti all’ordinamento italiano. Sebbene in alcuni casi il tribunale abbia dichiarato valide tali unione, le sentenze sono state annullate in appello.

La prima coppia gay che ha celebrato un unione civile in Italia, nel settembre del 2016 (poi riconosciuta grazie alla legge), sono stati Emanuele Loccatelli e Mirko Sangalli, ad Olginate (Lecco), che hanno firmato i documenti davanti all’ex assessore dei servizi sociali Patrizia Martinoli. Secondo gli ultimi dati del 2018, emessi dall’ISTAT, sono più di 13,000 ad aver contratto l’unione civile, soprattutto al nord, ed il 68 % di queste coppie sono entrambi uomini.

Di Claudia