Sant’Erasmo da Formia, oltre ad essere patrono di questo comune di Latina, lo è anche di Gaeta. Protettore dei marinai campani, che hanno dato al suo nome, deformato, i cosiddetti “fuochi di sant’Elmo”. Tra i suoi protetti, ci sono le partorienti e i malati di stomaco. Qui, in questa pagina, se ne può sapere di più sulla sua storia e sulle feste a lui dedicate.

La sua storia

Sant’Erasmo si chiamava in realtà sant’Elmo, che era la forma greca del suo nome italianizzato. Si narra che una notte, i napoletani, videro brillare dei pennacchi luminosa dal castel sant’Elmo, che in seguito battezzarono come “fuochi di sant’Elmo”.

Non si sa quando sia nato di preciso sant’Erasmo, ma è sicuro che sia morto nel 303, durante le persecuzioni di Diocleziano, sull’antica necropoli di Formia, dove in seguito venne costruito il Duomo dedicato al santo e alla Vergine. Nell’842, dopo la distruzione della città da parte dei saraceni, le reliquie del santo vennero portate via dai suoi fedeli, che le trasferirono a Gaeta, dove vennero ritrovate nel 917 dal vescovo Bono. A quel periodo, risalgono le monete con l’effige del santo.

All’epoca della persecuzione, si dice che sant’Erasmo si sia nascosto per sette anni in una caverna del monte Libano, per poi ritornare nella città, dove venne arrestato e miracolosamente liberato. Prima del suo martirio, convertì 400,000 pagani. Si racconta che su di lui vegliasse l’arcangelo Michele, e fu lui a permettergli di evadere, e gli episodi della sua Passio, rappresentati su una colonna istoriata del XIII secolo, si conservi nel Duomo di Gaeta.

Il suo culto è popolare sia nel Lazio che in Campania, e si diffuse in tutta Europa grazie ai monaci benedettini e i marinai di Gaeta, di cui era il patrono. Ci sono chiese e ricorrenze dedicate a lui anche a Savona, Nizza e Venezia. Diventò anche patrono delle partorienti e di chi ha disturbi allo stomaco per un episodio che non è narrato nella sua Passio.

Nel medioevo venne incluso tra i santi ausiliatori, e viene rappresentato con una veste vescovile, la mitra, il pastorale e la palma del martirio. Talvolta, aveva in mano chiodi e punteruoli infilati nelle mani o una caldaia ai piedi, per rammentare le torture che aveva subito.

La sua festa

Oggi, questo santo è festeggiato a Formia e a Gaeta. Nella prima viene festeggiato il 2 giugno, con una processione a mare accompagnata con delle fiaccole, sospese da tutte le imbarcazioni. A questa processione, vengono accompagnati spettacoli, sia musicali che pirotecnici, e sagre.

I gaetani, invece, fanno una processione portando la sua statua, che non è quella originaria in argento, rubato nel 1981 con quella di San Marciano (con il quale viene festeggiato, essendo entrambi patroni della città), ma una scultura in bronzo argentato di Erasmo Vaudo di Gaeta. Come gli abitanti di Formia, anche quelli di Gaeta festeggiano il santo con sagre e spettacoli di vario genere.

Di Claudia