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La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto considerevole non solo a livello sanitario ma anche occupazionale, mettendo in crisi il mondo del lavoro.

Secondo i dati dell’OML, l’Organizzazione Mondiale del Lavoro, in Italia c’è stata una riduzione del 13,5% delle ore di lavoro, il secondo risultato peggiore in Europa dopo Cipro, una condizione dovuta all’aumento della disoccupazione, all’incremento dell’inattività e alla diminuzione delle ore lavorative tra gli occupati.

Un dato allarmante riguarda la disoccupazione giovanile, che ha raggiunto nel 2021 il 32,2% tra i ragazzi con un’età compresa tra 18 e 24 anni. Allo stesso tempo, la crisi sanitaria ha provocato l’aumento dei lavori precari, con l’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) che ha rilevato un incremento del 36,3% dei contratti atipici negli ultimi 10 anni e una crescita di 188 mila lavoratori precari solo nel secondo trimestre 2021.

D’altronde, oggi l’Italia è un sorvegliato speciale dell’Unione Europea, avendo speso poco e male gli aiuti UE per contrastare la disoccupazione, con la richiesta di ottimizzare le misure a sostegno dell’occupazione da qui fino al 2026. Il Covid-19 ha dunque peggiorato il reddito e il livello occupazionale nel nostro Paese, specialmente per i giovani e chi vive nel Sud Italia, favorendo soprattutto l’aumento dei contratti precari con la ripresa dell’economia dell’ultimo anno.

Il lavoro precario e l’accesso al credito in Italia

Il lavoro precario è un problema sociale importante per il nostro Paese, in quanto senza un’occupazione stabile non è possibile accedere al credito e realizzare una serie di progetti di vita essenziali.

Infatti, già alla prima assunzione è possibile ottenere liquidità con un contratto a tempo indeterminato, in quanto un prestito personale come la cessione del quinto per neoassunti è possibile anche per un lavoratore appena messo sotto contratto.

Si tratta di una soluzione creditizia vantaggiosa per i lavoratori dipendenti, in quanto consente di rimborsare il prestito fino a 10 anni, non richiede ulteriori garanzie e il debito viene pagato attraverso una trattenuta sullo stipendio. Ovviamente, in assenza di un TFR maturato non adeguato esistono comunque delle limitazioni per i neoassunti, come spiegato sul sito web specializzato Cessionedelquintofacile.com, restrizioni più elevate per i dipendenti del settore privato rispetto ai lavoratori pubblici.

Per questo motivo è indispensabile migliorare la situazione occupazionale in Italia, in quanto senza un posto di lavoro stabile diventa molto difficile ottenere una liquidità adeguata. Ciò vale soprattutto per le esigenze creditizie più importanti, quando è necessario richiedere un importo elevato per far fronte a una serie di necessità personali che non possono essere soddisfatte con un piccolo prestito finalizzato.

Nonostante lo sviluppo di nuove soluzioni creditizie, come il P2P lending o i prestiti tramite i progetti di finanza decentralizzata, la maggior parte della liquidità viene gestita da banche e finanziarie attraverso opzioni convenzionali come la cessione del quinto e i prestiti personali. Si tratta di strumenti che richiedono il possesso di alcuni requisiti specifici, tra cui un contratto di lavoro a tempo indeterminato, un’anzianità di servizio minima da 3 a 12 mesi e un determinato importo del TFR.

Le misure di contrasto al lavoro precario previste per il 2022

Gli effetti della pandemia di Covid-19 sono stati pagati soprattutto dai giovani, dalle donne e dai precari, le persone che più di tutte hanno sofferto durante la recessione economica e spesso non hanno ottenuto adeguate misure di sostegno da parte delle Istituzioni.

Dopo un 2020 di forte contrazione del mercato del lavoro, la timida ripresa avvenuta nel 2021 non è bastata a garantire impieghi stabili a tutte le persone che sono diventate inattive o disoccupate a causa dell’emergenza sanitaria.

Tra le fasce più danneggiate ci sono state i lavoratori a tempo e quelli con un’età compresa tra 25 e 49 anni, oltre ovviamente al crollo dell’occupazione femminile e giovanile. Le nuove misure di contrasto al lavoro precario e alla disoccupazione previste dalla Legge di Bilancio 2022, finanziate in parte con le risorse europee del Next Generation EU, potrebbero migliorare la situazione nel corso dell’anno, sebbene come indicato dall’Unione Europea servirà uno sforzo in più.

Il governo infatti vuole potenziare i Centri per l’Impiego, il sistema di Welfare del nostro Paese e rilanciare l’economia per favorire le assunzioni stabili con un contratto a tempo indeterminato, soprattutto attraverso gli investimenti in settori strategici come la green economy e la digitalizzazione.

In questo modo, migliaia di persone potrebbero non solo ottenere un reddito adeguato, ma anche accedere al credito di qualità per contribuire con i propri consumi e investimenti al rilancio dell’economia italiana.