Cefalù, in provincia di Palermo, è uno dei borghi più belli d’Italia, nonché patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Uno dei primi edifici da visitare è sicuramente il suo duomo, ma cos’altro c’è da vedere?

Il duomo

L’edificazione della basilica della Trasfigurazione, duomo di Cefalù, iniziò nel 1131 e venne completata nel Quattrocento, ed è in stile romanico siculo e normanno bizantino. La sua pianta è a croce latina, sostenuta da sedici colonne, con tre navate da una copertura di lignea e travi dipinte di busti, motivi decorativi ed animali fantastici. Ha anche un arco trionfale sormontato da capitelli in stile arabo ed un presbiterio, in cui tempo vi era collocato il trono regale ed il seggio episcopale, uno di fronte all’altro. Oggi, di questi seggi rimangono due lastre decorato con un mosaico.

Saltano all’occhio soprattutto i mosaici, realizzati da maestri bizantini, tutti sul fondo aureo, raffiguranti i santi e profeti dell’Antico Testamento. In particolare, sul catino dell’abside, si trova l’immagine del Cristo Pantocratore, con vari dettagli che rappresentano che lui è Re, Sacerdote e Profeta, mentre la Vergine orante si trovare tra le fasce sottostanti, fiancheggiata da quattro arcangeli Gabriele, Raffaele, Michele ed Uriel.

Annesso alla cattedrale vi è un chiostro, dalla pianta rettangolare, in stile normanno, ma nelle cui arcate si trovano capitelli di scultura romanica, con raffigurazione zoomorfe, fitomorge ed antropomorfe, probabilmente tratti da bestiari medievali.

Cos’altro vedere a Cefalù

Il duomo può essere solo la prima tappa di una visita turistica a Cefalù. Tra gli altri siti da vedere si possono includere:

  • l’Osterio Magno, edificio del XII secolo, che un tempo fu la domus regia di Ruggero II, e che oggi è usato per mostre e convegni;
  • il corso Ruggero, la “via dello struscio di Cefalù”, dalla parta opposta della piazza del duomo, presso cui trovare anche i resti di un’antica strada romana;
  • il lavatoio pubblico, in via Vittorio Emanuele, in cui fino a pochi secoli fa le donne di Cefalù lavavano i panni, che compre ventidue bocche da cui sgorga l’acqua del fiume Cefalino;
  • la Porta della Pescara, all’ingresso di via Vittorio Emanuele, che è l’unica rimasta di quattro porte di un’unica cinta muraria;
  • il Monte di Pietà, sulla via Mandralisca, venen fondato nel 1703 dal vescovo Matteo Muscella. Al suo secondo piano vengono conservati gli arredi settecenteschi ed una cassaforte nel quale si custodivano degli oggetti preziosi;
  • il tempio di Diana, sulla Rocca di Cefalù, che si presuma risalga al IX secolo a.C, ha una cisterna inglobata che fa pensare che un tempo fosse sede di un culto delle acque;
  • il Teatro Comunale San Cicero, la cui edificazione iniziò nel 1816, e sul cui ovale del soffitto vi sono raffigurate delle muse.

Ci sono, poi, diversi locali in cui gustare piatti della tradizione siciliana, come i ben noti arancini, le sarde alla beccafico, ovvero delle sarde cucinate con uvetta, pinoli, pangrattato e prezzemolo, lo Sfincione, della pasta di pane farcita con salame piccante, cipolla e caciocavallo, senza dimenticare dolci come la cassata siciliana e i cannoli.

Di Claudia