Con i termini “ipoperfusione celebrale” si intende una riduzione del flusso ematico celebrale, che fa arrivare al cervello solo il 15 % del sangue che gli serve. Ma quando si verifica tale condizione? Ha a che fare con la sclerosi multipla?

La sclerosi multipla

E’ bene dedicare prima di tutto un po’ di spazio alla sclerosi multipla, nota anche solo con la sigla SM, una patologia autoimmune, le cui cause sono genetiche, anche se i fatti che ne predispongono l’insorgenza si stanno ancora studiando, tenendo conto anche dell’ambiente, dell’etnia ed agenti infettivi.

I suoi sintomi sono diversi, e coinvolgono i muscoli, che risultano doloranti e deboli, la bocca, la gola, la vista, il sistema digestivo, la vescica, i sensi e, ovviamente, il cervello. Chi è affetto da questa patologia, oltre all’indolenzimento muscolare appena accennato, presenta anche problemi nel masticare, nel digerire, etc. Per diagnosticare questa malattia neuro-degenerativa è necessario effettuare degli esami neurologici.

Attualmente, non ci sono cure per la sclerosi multipla, ma solo delle terapie capaci di rallentare la sua progressione e trattare i sintomi. Attualmente, l’aspettativa di vita di chi è affetto da questa patologia è, in media, di 74,7 anni, ma ogni caso è diverso e si deve considerare anche il tipo di SM di cui si è affetti. Generalmente, i primi sintomi cominciano a manifestarsi nella fascia d’età tra i venti e i quarant’anni, ma in alcuni casi possono presentarsi anche in tenera età, o dopo i cinquantacinque anni.

La CCSVI  e l’ipoperfusione celebrale

L’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica, nota come CCSVI, un’anomalia del flusso di sangue, che può presentarsi in chi è affetto da sclerosi multipla, visto che il sistema venoso, a causa di malformazioni, provoca un restringimento delle vene celebrali principali. Secondo gli studi degli specialisti, non si ci sono prove definitive che queste due patologie sono collegate, ma le ricerche sono ancora in corso.

Di recente, sono stati comunque fatti degli studi tra la correlazione che ci può essere tra la CCSVI e l’ipoperfusione celebrale, che si presenta nei primi stadi della SM. La riduzione del flusso ematico celebrali è causa di una diminuzione delle richieste metaboliche, che a loro volta possono portare a formazione di lesioni, una degenerazione assonale, una disfunzione nelle attività cognitive e la stanchezza.

Un tale studio è stato effettuato su sedici persone, affette da SM, e la cui età era compresa tra i diciotto e i sessantacinque anni, con una malattia che durava da cinque a dieci anni. Otto avevano ancora il controllo del proprio corpo, e i ricercatori hanno misurato il loro flusso sanguigno nel cervello, utilizzando la risonanza magnetica. Osservando la gravità del problema, le ricerche potevano mettere in correlazione il CCSVI e l’ipoperfusione celebrale, ma dei risultati definitivi ancora non ci sono stati nemmeno per questi esami, che potrebbero comunque portare a dei nuovi risvolti.

Di Claudia