Dopo l’emergenza sanitaria di coronavirus la situazione si è di fatto normalizzata, con il contenimento dei nuovi contagi e una netta riduzione dei ricoveri all’interno delle strutture ospedaliere. Ovviamente, prosegue senza sosta il monitoraggio da parte delle autorità, infatti preoccupa la circolazione del virus nonostante le misure di distanziamento sociale e l’incremento nel numero di tamponi eseguiti.

Purtroppo sembra che l’estate e le alte temperature stiano soltanto rallentando la propagazione del Covid-19, con la maggior parte delle previsioni che indicano una possibile seconda ondata ad ottobre. In particolare, il rischio autunnale è legato alla ripresa delle attività, tra cui soprattutto il ritorno in aula degli studenti, la riduzione dello smart working per alcune aziende e il clima più freddo che costringerà a passare più tempo nei luoghi chiusi.

A dirlo sono istituzioni come l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale ha lanciato l’allarme in merito alla non stagionalità del coronavirus. Annunci simili sono arrivati anche dall’OCSE, preoccupata dell’impatto di un ulteriore periodo di lockdown sull’economia italiana, dall’immunologo della Casa Bianca Anthony Fauci, che stima per l’autunno una nuova ondata di contagi localizzata al Nord Italia, oltre a molti altri ricercatori, medici ed esperti di tutto il mondo.

Come evitare una seconda ondata di Covid-19

Ovviamente, le previsioni sul ritorno dei contagi in massa con l’autunno devono essere prese in modo costruttivo e far capire alle autorità cosa imparare dalla prima ondata per scongiurarne una seconda. L’imperativo è evitare nuovi focolai, mantenere alta l’attenzione, realizzare tamponi in massa a tutta la popolazione e non soltanto ai pazienti in stato grave, continuare a seguire regole severe sul distanziamento sociale e a sostenere il lavoro agile.

Al giorno d’oggi, fortunatamente, le moderne tecnologie aiutano nell’implementazione di nuovi modelli socioeconomici, per digitalizzare i servizi e garantire l’isolamento sociale quando possibile, per restringere il contatto alle situazioni in cui è indispensabile. Ad esempio, una soluzione innovativa in ambito sanitario è rappresentata dall’Ambulatorio Smart dell’azienda Gipo, un gestionale di ultima generazione perfetto per lo smart working nel settore medico.

Questo software, infatti, consente ai professionisti della salute di fornire prestazioni a distanza nel rispetto delle misure sul distanziamento sociale, senza compromettere la qualità del servizio. L’ambulatorio virtuale, basato sulle avanzate tecnologie cloud di Microsoft Azure, permette una perfetta gestione multicanale tra digitale e reale, per assicurare a tutti l’accesso alle cure specialistiche anche da casa, con un intero ecosistema di applicazioni desktop e mobili.

Il potenziamento dei servizi digitali, non solo in ambito sanitario ma in tutti i settori, è un’opzione considerata essenziale per la prevenzione di una possibile nuova ondata di contagi in autunno. Il mantenimento delle misure comportamentali, infatti, rimane cruciale per il contenimento della diffusione del virus nel medio e lungo termine, come ribadito dalle linee guida UE e dalle raccomandazioni dell’AIE, l’Associazione italiana di epidemiologia.

La prevenzione sanitaria contro il Covid-19 secondo gli esperti

Proteggere il Paese da una seconda ondata di coronavirus ad ottobre è senz’altro fondamentale, sia per tutelare la vita umana sia per non mettere a rischio la tenuta economica dell’Italia, già messa a dura prova dai mesi di lockdown e dalla paralisi di migliaia di aziende nel periodo della quarantena. Le autorità sanitarie e i politici sono chiamati a seguire le indicazioni degli specialisti, molti dei quali sono estremamente preoccupati sulla gestione di questo momento così delicato.

Secondo le raccomandazioni dell’AIE, pubblicate ufficialmente sul sito web epiprev.it, le istituzioni devono innanzitutto pianificare procedure rigorose per la sorveglianza epidemiologica della popolazione. Nel dettaglio non basta aumentare le operazioni di test e screening, ma è essenziale potenziare i sistemi informatici e favorire la condivisione dei dati fra tutti gli operatori impegnati nella lotta al Covid-19, sia per quanto riguarda il tracciamento dei contagi e lo studio del virus sia per l’intervento medico all’interno delle strutture ospedaliere.

Allo stesso tempo bisogna effettuare simulazioni e stress test per prepararsi ai diversi scenari che potrebbero verificarsi, aggiornando i professionisti impegnati sul campo e informando in modo ottimale i cittadini. Inoltre, è necessario coinvolgere non solo gli esperti del settore sanitario, ma anche le aziende e i lavoratori, promuovendo una maggiore sensibilità sull’importanza dell’utilizzo di applicazioni di contact tracking e il rispetto delle direttive sul distanziamento e le norme igienicosanitarie.

I suggerimenti dell’AIE hanno trovato il supporto delle istituzioni europee, infatti nelle linee guida UE per la lotta al coronavirus e la prevenzione contro ulteriori ondate di contagi sono presenti molti punti in comune con quelli dell’Associazione italiana di epidemiologia. In particolare, viene ribadita la necessità di mantenere elevato il numero di test, incrementando la tracciabilità dei nuovi focolai per intervenire in modo tempestivo con l’isolamento immediato.

Da non sottovalutare è la gestione dei fondi europei e nazionali per l’acquisto di nuove apparecchiature, con il potenziamento dei reparti di terapia intensiva, lo sviluppo di protocolli condivisi fra tutti gli stati membri e la creazione di un sistema digitale unico europeo per il controllo del virus.

Infine, sarà indispensabile prestare la massima attenzione soprattutto alle categorie più a rischio, come anziani e persone con patologie preesistenti, ad esempio agevolando le campagne di vaccinazione contro l’influenza e aumentando i servizi digitali per chi deve limitare al massimo l’esposizione sociale.

Di Marco