La valutazione del parametro legato alla nicotina nel confronto tra la sigaretta elettronica e quella tradizionale, permette di fare una scelta consapevole.

Da dove si estrae la nicotina?

Per i neofiti di questo argomento, è importante spiegare che se si volesse attingere alla percentuale maggiore della sostanza inalata dai fumatori, bisognerebbe fare riferimento alla foglia del tabacco.
Non è, però, l’unico elemento presente in natura che contiene nicotina e questo è evidentemente un aspetto interessante; il pomodoro, il peperone, la patata e la melanzana, anche se in minime dosi, contengono questo composto chimico.

Ci si chiede perché andare ad approfondire questo argomento se la percentuale della nicotina sul totale degli elementi che compongono una sigaretta è davvero minima. Perché dare così tanta importanza alla nicotina?

In realtà, questa catena molecolare formata da carbonio, idrogeno e azoto, interagendo con le cellule che compongono l’organismo, aumenta la produzione dei cosiddetti ormoni del piacere. Si chiamano adrenalina, serotonina, dopamina, ma si riconoscono perché, quando vengono secreti dal cervello, inducono una profonda sensazione di benessere.

Naturalmente, non ci si può esimere dallo specificare che l’effetto sull’organismo non è solo lo sviluppo delle sostanze sopra descritte; purtroppo, la nicotina ha una forma molecolare che agevola lo scambio metabolico. Dopo pochi secondi che viene inalata, interviene immediatamente il fegato che la sintetizza e poi altri organi, come reni e polmoni, che ne subiscono gli effetti.

Confronti tra sigaretta elettronica e tradizionale

Perché prendere in considerazione i grammi di nicotina presenti nella sigaretta elettronica rispetto a quelli inalati con il metodo tradizionale? La risposta risiede proprio nel suo facilitato metabolismo con il corpo. Una dose che supera certi valori potrebbe essere dannosa, una quantità minima produrrebbe un effetto altrettanto pericoloso, poiché si inalerebbe una percentuale di altri materiali prodotti dalla combustione troppo elevata.

Un dato ottenuto da studi scientifici permette di comprendere quanto sia importante la valutazione da fare, per il fumatore, sul tipo di sigaretta da utilizzare: in media, circa 50 milligrammi di nicotina assunti in una sola dose da un essere umano potrebbe essere verosimilmente letale.
Trattandosi di una sostanza chimica in grado di dare assuefazione, uno scarso autocontrollo sul numero di tiri effettuati, potrebbe portare ad un uso altamente invalidante per l’apparato cardio-respiratorio e non solo.

Come viene rilasciata la nicotina dalla sigaretta tradizionale?

Il processo di combustione innescato attraverso una semplice fiamma è quello alla base del funzionamento del metodo classico ben conosciuto da ogni fumatore. Il rilascio della nicotina è associato all’inalazione di altri elementi chimici, come carta e materiali presenti nel filtro, che vengono comunque sintetizzati dalle cellule.

Risulta immediatamente evidente il concetto secondo il quale, fumando una sigaretta tradizionale, per godere degli effetti della piccola percentuale di nicotina presente, grazie all’interazione con il sistema nervoso, sarà necessario accettare obbligatoriamente anche le altre reazioni chimiche prodotte dalle sostanze presenti nell’involucro della sigaretta.

Hard, medie o soft (definizione data dai grammi di nicotina presenti), si doserà la percentuale di sostanza da inalare, ma non si potrà altrettanto eliminare l’assunzione di altri elementi chimici dannosi.

Qual è il meccanismo che sta alla base della sigaretta elettronica? Quali sono le percentuali di nicotina assunte?

Attualmente, il commercio propone una varietà di modelli (da scoprire su svapostore.net): una sigaretta elettronica, in media, contiene 0,8 milligrammi di nicotina. Si supponga di avere un serbatoio da circa 1 ml di liquido con un concentrazione di nicotina come quella descritta prima, 8 mg/ml. Importante è specificare che la sigaretta elettronica si compone, nella sua parte distale, di un piccolo contenitore dove viene miscelata la sostanza che, scaldata elettricamente, verrà inalata. Ritornando all’esempio, fumando o svapando una sigaretta elettronica, si introdurranno nel corpo circa 2 milligrammi di nicotina.

Per riassumere, con una cartuccia si introduce una quantità di sostanza molto inferiore rispetto a quella inalata con una sigaretta tradizionale; se si volesse fumare la medesima quantità contenuta in una cartuccia caricata sul dispositivo elettronico, bisognerebbe accendere in media 10 sigarette tradizionali.

Sigaretta elettronica: avvertenza importante

Ci sono alcuni errori comuni da evitare. Spesso, il motivo che porta a passare dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica è quello di diminuire l’effetto dannoso da combustione e, per i più arditi, smettere di fumare, diminuendo gradualmente la quantità di sostanza che causa assuefazione.

Se si ha un dipendenza, eliminarla del tutto comporterà sforzi e tempo. Il consiglio è quello di non acquistare una sigaretta elettronica con una percentuale di nicotina troppo bassa; si potrebbe incorrere nell’effetto elastico, cioè cercare di ottenere la stessa sensazione della sigaretta tradizionale che, singolarmente, ha concentrazioni di sostanza molto più elevate.

Ecco perché la media stabilita prima, cioè 8 mg/ml, è quella suggerita per il passaggio dal metodo classico a quello della sigaretta elettronica, con una finestra aperta, per i più positivi, alla progressiva ma graduale disintossicazione.

Di Claudio